Dal Corriere Lughese, 26 febbraio 1928
Ripubblicato ne Il classico di Lugo nel cinquantenario dell’istituzione
di Michele Rossi
Parlare di Fabrizio Trisi significa parlare delle istituzioni più antiche e caratteristiche del nostro paese, giacchè al nome del Trisi è legata in particolare modo la storia della cultura, nel lontano tempo, introdotta in Lugo, per opera e volontà sua.
Giova pertanto, a nobile esempio, ricordarlo, primo, fra coloro che si resero benemeriti delle fortune e del decoro della propria città.
Fabrizio di Giorgio Trisi, terzogenito di sei fratelli, nacque a Lugo nel 1580 ed ivi morì il 1° ottobre 1630. Egli appartenne ad una delle più antiche famiglie patrizie venute ad abitare nel secolo XIII nelle terre del Castello Lughese. Di tale famiglia si riscontrano cenni in atti pubblici del secolo XIV; nei quali essa è chiamata Turrisolo, poi Turrisio, Trisolo e, al tempo del Nostro De Trisio o Trisi. Alcuni antenati furono addetti alla Corte Estense: fra essi è noto Ghirado Trisi che fu valentissimo capitano di milizia. Poche notizie si hanno sull'infanzia di Fabrizio Trisi; è certo che egli si dedicò con particolare amore agli studi classici e teologici.
Fu eletto ad importanti cariche della magistratura cittadina: consigliere nel 1604, poi per vari anni Anziano della Municipalità; Consigliere e Abbondanziere nella "Frumentaria". Ebbe altissima stima per la signorilità del tratto, per la bontà del carattere, per la capacità superiore e per il senso di giustizia che portò in tutti gli atti della sua vita pubblica e privata.
A ventidue anni sposò la nobile donna Giacoma Fantoni dalla quale ebbe sei figli. Nella vita, non lunga, fu colpito da ripetute sciagure: nessun figlio gli sopravisse. Nel 1617 anche la consorte gli veniva strappata, improvvisamente. Solo, e in età ancor giovane, portò allora ogni sua attività nel campo degli studi prediletti e nelle opere benefiche quasi a trovare conforto nelle luttuose vicende. Ma i dolori sofferti per la rapida distruzione della sua famiglia, avevano abbattuto la vigoria del suo corpo, sì che Egli assisteva, spettatore impotente, al quotidiano disfacimento. Conscio della sua prossima fine e pensando che con lui si spegneva la nobile e ricca famiglia Trisi, nel settembre 1630 con pubblico testamento legava il suo patrimonio alla Municipalità lughese stabilendo che le rendite venissero erogate dalla Comunità per la erezione di un Collegio - che dal suo nome si intitolasse - in cui venissero allevati giovani della città nello studio delle lettere e delle scienze. Il primo nucleo della libreria si ebbe allora, perché servisse agli alunni e ai lettori delle diverse discipline: grammatica, filosofia, legge.
Assai varia fu - attraverso il tempo - la fortuna del Collegio, sia per ragioni finanziarie, sia per la non celata ostilità delle Autorità di Ferrara (dalle quali politicamente Lugo dipendeva) che mal tolleravano l'esistenza di un Istituto che toglieva un discreto numero di studiosi alle scuole di questa città. Sorse e funzionò allora, secondo gli intendimenti del testatore, nella casa Trisi di via Codalunga e fu, come si è detto il primo istituto scolastico di carattere pubblico che diede poi, nella sua lunga esistenza, letterati, teologi di notevole valore.
Nonostante le vicende subite e le molte riforme imposte da nuove necessità o da aumentati bisogni, dell'opera del grande benefattore - a continuazione della volontà del concittadino- restano l'Istituto classico e la Civica Biblioteca che ne portano il nome; l'uno e l'altra collocati oggi [1928] nel fabbricato costruito nel 1774 dall'architetto imolese Cosimo Morelli, già autore del disegno della chiesa di S. Francesco, in un orto di proprietà dei Padri Carmelitani perché, secondo il rescritto del Cardinale legato di Ferrara, sorgesse "una nuova fabbrica comoda per li Collegiali et altri ministri del detto Collegio".
La Comunità di Lugo ha consacrato alla storia il nome di Fabrizio Trisi, con un busto in marmo collocato nel palazzo che rappresenta l'opera sua benefica, con la seguente epigrafe di Corrado Ricci:
FABRIZIO DI GIORGIO TRISI
SPESE LA VITA IN NOBILI ATTI
GIUNTO AL SUO FINE NEL DECLINARE DEL MDCXXX
LEGÒ AL PATRIO MUNICIPIO
OGNI SUO AVERE
PERCHÉ SORGESSE QUESTO COLLEGIO DA LUI INTITOLATO
I LUGHESI
NELLA LIBERTÀ DEI TEMPI NUOVI
VOGLIONO RINNOVELLATO IL RICORDOb DEL BENEMERITO CITTADINO
MDCCCLXXXV
Bibliografia
MICHELE ROSSI, “Fabrizio Trisi”, Corriere Lughese, 26 febbraio 1928
AMBROGIO BONGOVANNI, La Biblioteca Trisi – Comunale di Lugo dall’origine ai nostri giorni. Monografia storico-bibliografica, Lugo, Tipografia Trisi, 1898, pp. 11-22