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LICEO di LUGO

Liceo Scientifico St. G. Ricci Curbastro con sez. annessa di Liceo Classico Trisi-Graziani

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Nell’Aula Magna del Liceo G. Ricci Curbastro di Lugo ha avuto luogo nei giorni scorsi una pubblica Lectio magistralis del Prof. Gilberto Zappitello, storico e filosofo, su “Ratzinger, una mente che apre le menti”, molto partecipata.

Organizzata dall'Università per adulti di Lugo e dal Liceo G. Ricci Curbastro di Lugo, con la collaborazione del Centro culturale Umana avventura APS e Circolo J.H. Newman di Lugo,
la Lectio ha costituito il primo di quattro incontri su tematiche diverse, rivolti a tutta la cittadinanza. 

Gilberto Zappitello, già insegnante di filosofia nei licei e da molti anni docente di Storia moderna e di Antropologia culturale all’Università per adulti di Lugo, è autore del libro “La fede nel comunismo – la tragica utopia di un uomo nuovo senza Dio”, che Joseph Ratzinger, papa Benedetto XVI, ha così commentato: “.. Un grande libro con una convincente analisi della razionalità moderna a favore di una razionalità diversa, che si apre alla visione cristiana del mondo..”.

Introdotto dal presidente dell’Università degli adulti di Lugo Silvana Capanni e dal dirigente scolastico del Liceo di Lugo Giancarlo Frassineti,

Zappitello ha analizzato lo sviluppo attraverso i secoli del rapporto tra fede e ragione alla luce della lectio magistralis tenuta da Papa Benedetto XVI, all'Università di Regensburg-Ratisbona, in quella che si può considerare l'eredità spirituale di questo grande pontefice teologo.

Nella lectio di Benedetto XVI, nota anche per l’erronea interpretazione mediatica di un passaggio riferito all'imperatore bizantino Manuele II Paleologo nei confronti del suo interlocutore persiano, Jospeh Ratzinger, da sottile pensatore, sottolineò la contraddizione tra Dio logos e violenza, nell'intento di stabilire un dialogo tra le religioni, sulla base della ragione.

Zappitello, spaziando tra storia, filosofia e teologia, ha illustrato come l’Illuminismo di Ratzinger sia ispirato dall’Illuminismo tedesco di Immanuel Kant, in cui la ragione porta ad un dialogo con le religioni, non alla chiusura e al rifiuto, atteggiamento opposto alla ragione.
L'Illuminismo criticò la religione quando infarcita dì fanatismo, intolleranza, dogmatismo e fideismo, tutti comportamenti privi di razionalità: Ratzinger giudica corretta questa critica. Ma ebbe anche effetti negativi, nella sua espressione francese, quella dei “Lumi”, legati al rifiuto della trascendenza divina, ad un processo di riduzione delle capacità della ragione, all'assolutizzazione dell'immanenza, alla ragione come autorità suprema del vero e del giusto.

Ci sono autorità al di sopra della ragione umana e Benedetto XVI cita Einstein: "Nelle leggi della natura si rivela una ragione così superiore che tutta la razionalità del pensiero e degli ordinamenti umani è al confronto un riflesso assolutamente insignificante".

Se per i cristiani è Gesù la luce del mondo, l'Illuminismo ribalta lo schema: la ragione dei “Lumi” è al di sopra di tutto. Ma così non può essere perché la mutevolezza del tangibile non può essere verità assoluta.

Il cristianesimo vuole fede e ragione, non fede o ragione. Fin dalle sue origini ha voluto il confronto e il dialogo con la filosofia. Partendo dal concetto di logos, che è sia pensiero sia parola che lo manifesta, si giunge a Gesù Logos di Dio, Verbum dei, il modo con cui Dio si manifesta.

Per filosofia e cristianesimo l'obiettivo è la ricerca della verità; esse devono, possono collaborare e dialogare come in passato e in questo consiste il nuovo Illuminismo proposto da Joseph Ratzinger.

Credo ut intelligam, intelligo ut credam, Credo per comprendere, comprendo per credere, diceva Sant’Agostino.

Anche nel Medioevo è proseguito il dialogo tra teologia cristiana e filosofia, partendo dal concetto che l'intelligenza sia un dono di Dio fornito a tutti. Dum Scoto e Occam già si staccarono da questo pensiero, giungendo a Lutero che perseguendo il ritorno alle origini del Cristianesimo intese annullare la dogmatica e quindi la filosofia, giungendo al fideismo.

Il filosofo positivista Auguste Comte, nell’Ottocento, sosteneva che "solo la scienza è verità": ma la scienza proposta dal positivismo, spiega Benedetto XVI, è "credere", quindi pura fede laica, non dimostrabile.

Il teologo e storico delle religioni tedesco Adolf von Harnack sostenne, tra fine Ottocento e inizio Novecento, un ritorno al Gesù ebreo, maestro di morale e dell'umanitarismo, non quello ellenizzato, filosofo.

Ratzinger afferma che bisogna tenere sempre unite fede e ragione altrimenti si sviluppano le due patologie illustrate, fideismo (solo fede) e razionalismo (solo ragione), allargando i propri orizzonti verso il noumeno, la metafisica, la trascendenza.

La laicità è un concetto che si deve al Cristianesimo, alla separazione tra ciò che si deve a Dio e ciò che si deve a Cesare; dal Cristianesimo derivano i diritti umani, l'idea di uguaglianza tra gli uomini, l’inviolabilità e la dignità umana, il concetto di libertà.
Quando il Senato accademico dell'Università La Sapienza di Roma, nel 2006, invitò Papa Benedetto XVI a inaugurare l'anno accademico, in nome di un malinteso senso di  laicità 67 docenti dell'ateneo (sui circa 4500)  inviarono una lettera al Rettore, in cui si protestava con toni aspri contro l’invito. All'avvicinarsi dell'evento ci furono manifestazioni di studenti anch'essi contrari all'invito, culminate nell'occupazione del Senato accademico. La Santa Sede declino l'invito, il prorettore lesse il discorso inaugurale del Papa.

La rinuncia al dialogo costituisce sempre una sconfitta della ragione; il messaggio che trasmette Joseph Ratzinger, Benedetto XVI, è che la ragione costituisce fondamento per credenti e non credenti e il loro luogo di incontro e di dialogo.

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