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LICEO di LUGO

Liceo Scientifico St. G. Ricci Curbastro con sez. annessa di Liceo Classico Trisi-Graziani

gruppo di lavoro al progetto

Nell’Aula Magna del Liceo G. Ricci Curbastro di Lugo ha avuto luogo venerdì sera il secondo incontro, molto partecipato, con circa 150 partecipanti, dal tema "Costruzione della propria identità durante l'adolescenza", relatore Silvio Cattarina, psicologo ed educatore, responsabile della Comunità terapeutica “L'imprevisto” di Pesaro, evento inserito all’interno di un breve ciclo di incontri/conversazioni sulle difficoltà dell'educare, del rapporto genitori/figli adolescenti, organizzato dai genitori del Liceo G. Ricci Curbastro e del Polo Tecnico Professionale di Lugo.

Introdotto dai genitori degli studenti dei due Istituti lughesi Bruno Mazzoni, Adriana Pasi, Elena Montanari, presenti il dirigente scolastico del Liceo di Lugo Giancarlo Frassineti e la Presidente del Consiglio d’Istituto del Tecnico Professionale Laura Tasselli,

Cattarina ha raccontato la sua esperienza di recupero di giovani vittime di dipendenze. A essi propone riflessioni sul valore di sé, l'importanza della vita, la bellezza del Mondo. L'insicurezza dei giovani è legata all'incoscienza del sé come valore, avvertendo il male come soverchiante rispetto al bene; da qui la depressione e la crisi. In comunità viene invece proposta una visione positiva, in cui sì scopre il valore dell’esistenza, soprattutto legato all'amore, l'amore vero, responsabile, quello che spesso i giovani assistiti non hanno conosciuto e confondono con una occasionale affettività emotiva. I genitori devono tornare a esercitare il ruolo genitoriale, non quello degli amici confidenti, in quanto stabilire un "chiacchiericcio" con i figli non esaurisce il ruolo educativo.

Quando un giovane dice "mi faccio" (di droga)”, intende dire “mi determino io, la vita è brutta, me ne creo io un'altra”. Evidenzia un problema reale, un forte disagio, ma individua la soluzione sbagliata, per motivi familiari, relazionali, amicizie devianti. Cattarina però in comunità suggerisce ai suoi ospiti di non guardare troppo al loro passato, di non indugiare sugli errori propri o altrui, ma di avere un approccio positivo verso la costruzione del futuro. La droga non è mai una soluzione. Le droghe negli ultimi 20 anni hanno assunto nuove connotazioni e denominazioni: ci sono le droghe ricreative, quelle del weekend, e le droghe prestazionali, queste ultime legate al senso di inadeguatezza di fronte alle richieste di una società dove riuscita, successo, potere si identificano erroneamente col senso della vita. Nella comunità si insegna ai ragazzi che la vita è un dono, occorre sognare, presagire, immaginare. Il più grande nemico della realtà, spesso brutta e insoddisfacente, è la fantasia.

La presenza di due giovani ospiti della comunità diretta da Cattarina ha emozionato il pubblico, col racconto delle loro esperienze. "Ad ogni ricovero in psichiatria- ha detto Chiara, 17 anni- mi dicevo fai schifo, è questo che meriti, è questo il tuo futuro. Adesso voglio farmi stupire dalla vita, in comunità mi ha sconvolto scoprire come si amano le persone, senza secondi fini. Voler bene significa fare il bene. Droghe, rabbia, rapporti malati sono il passato: per amare me stessa ho avuto bisogno che qualcuno mi amasse. Non troverò il mio posto nel mondo anestetizzando tutto; camuffavo tutto, riempivo con droga, farmaci, autolesionismo il mio vuoto esistenziale, i miei sensi di colpa".

In comunità si lavora per riscoprire il rapporto, spesso conflittuale, con gli altri, a partire dalla famiglia: i giovani una volta al mese incontrano i genitori e l'approccio deve essere improntato alla positività. "Racconto solo le cose belle che mi capitano; all'inizio è stato molto difficile, mi riusciva meglio soffermarmi su quello che non va" ha detto Giorgia, 24 anni. Poi ha aggiunto una raccomandazione agli intervenuti:" Non giustificate i vostri figli che sbagliano, non compatiteli".

Cattarina, che ascoltava attento ed emozionato, come tutti, le sue giovani testimonial, ha chiosato: “La prima carità verso le persone è la verità, bisogna avere la forza morale di dirla, con calma, in maniera costruttiva. Se un ragazzo non ce la fa in qualche attività occorre dirglielo, è un dovere dell'educatore e del genitore, anche rinunciando alle proprie aspettative, altrimenti glielo dirà la vita; occorre poi incoraggiarlo a fare altro, c'è tanto altro, la vita offre tante possibilità. Con metodo, come si fa in comunità, parlando uno alla volta, anche per prevenire la violenza che pare un linguaggio dell'oggi, analizzando i fatti del giorno, valutando le cose, cioè dandogli un valore: così i giovani imparano a esprimere le proprie ansie, i propri sentimenti, come comunicarli, anche per capire cosa succede nella loro vita, molte volte problematica per famiglie difficili, cosa succederà dopo, come immaginare il proprio futuro”.

In conclusione della serata i genitori hanno posto alcune domande: difficoltà nell'ascolto dei figli, divergenza tra aspettative dei genitori e desideri dei figli. Il genitore è una figura speciale, è un valore in sé, non tanto per quello che sa fare, ma per quello che è. Altrettanto vale per gli insegnanti, anche il meno empatico lascerà quel "segno" che è nell'etimologia della loro professione. L'adulto sa, l'adulto capisce, ha detto Cattarina.

Ultima domanda sull'autolesionismo, che ha origine da una sofferenza profonda e crea un grande sconcerto. Spesso nasce da un giudizio negativo, tanto più inaccettabile se espresso da un coetaneo, o se emerge dall'inadeguatezza nel confronto con i propri compagni, ha sottolineato Frassineti: il genitore, come anche l’insegnante, deve fornire il riferimento, incoraggiando gli sforzi del figlio/studente e valorizzando anche i piccoli risultati, facendo crescere l’autostima, antidoto ai giudizi negativi dei coetanei.

Adriana Pasi e Elena Montanari, nel ringraziare Silvio Cattarina e le giovani Chiara e Giorgia, hanno annunciato che, in considerazione del forte riscontro prodotto dai due incontri, sono stati organizzati due ulteriori iniziative, con la visione di due film sul rapporto genitori/figli, venerdì 21 e 28 aprile, sempre nel Liceo di Lugo.

 

 

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